Parrocchia di Rivera
Altre Chiese o Oratori

L'oratorio di Santa Maria delle Grazie a Soresina

Le famiglie di Soresina intrapresero la costruzione del luogo di culto nel 1715, portando a termine l'erezione della fabbrica nel 1725. Le rifiniture dell'interno occuparono ancora alcuni anni e vennero completate con la costruzione della sacrestia nel 1751 e del campanile nel 1760. Nel 1819, su disegno di Giovan Battista Curonici, che lavorava in quel tempo in Santo Spirito, si decise di ingrandire l'edificio e l'oratorio assunse l'aspetto neoclassico che ancora ai nostri giorni possiamo ammirare. La metà del XIX secolo vide il compimento di nuovi lavori; nel 1847 un benefattore offrì la balaustra in marmo di Arzo, che divide la piccola navata dal coro-presbiterio; nel 1853 un altro donò la statua della Madonna delle Grazie (attualmente appesantita da numerose mani di vernice a smalto), che nel 1855 - alla fine dei lavori di costruzione del nuovo altare marmoreo - trovò posto al centro di esso, in un elegante tempietto. A partire da questi anni, il simulacro della Vergine diventa il centro di interesse culturale del picclo edificio sacro, sostituendo in questo la funzione fino ad allora assunta dall'antica pala d'altare, una riproduzione di autore anonimo, databile tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo, della miracolosa immagine della Madonna della Ghiara, venerata nell'omonimo santuario di Reggio Emilia. La tela, conservata attualmente nel coro dietro l'altare maggiore, è presente a Soresina almeno dal 1741. Nell'immagine originale ad affresco di Reggio Emilia, nella parte superiore compare una scritta che rende ragione della particolare scelta iconografica adottata dell'artista per rendere in immagine la definizione dogmatica di Maria Madre di Dio: Adorò Colui che generò. La frase mette in risalto due realtà legate e interdipendenti: la divinità di Gesù e la sua dipendenza filiale alla Vergine Maria. Nel 1877 i terrieri di Soresina dotarono il loro oratorio di un organo a canne: pregevole strumento, le cui parti lignee risalgono al '600, le canne e la tastiera al '700, acquistato presso l'organaro Giovanni Mentasti di Varese, restaurato negli anni fra il 1994 e il 1996.

Dal libro Alto Vedeggio ieri e oggi



L'Oratorio dei SS. Sebastiano e Rocco a Sorencino

L'oratorio di Sorencino, di origine tardocinquecentesca. Venne successivamente trasformato nella Seconda metà del XVII secolo. Timidi segnali di questo rinnovamento li possiamo riscontrare ancora oggi in alcuni arredi che stati conservati: la tela votiva del 1605, ubicata dietro l'altare, che raffigura la Madonna con il bambino e i santi Rocco e Sebastiano, malamente restaurata nel 1898; il tabernacolo e il soprastante ciborio in legno intagliato e dorato, restaurato nel 1999, due tele con S. Antonio Abate e S. Giulio. Esternamente, sulla facciata, vi è un affresco degli inizi del'600 con le figure dei santi titolari, riportato alla luce negli anni '40 e restaurato negli anni '90 del XX secolo. L'interno a volta è imbiancato e pavimentato; ha un'unica cappella, ornata da una tela con la Beata Vergine Maria e i SS. Rocco e Sebastiano. A lato dell'epistola si trovava la sacrestia, angusta e oscura: a lato del Vangelo il campanile, con ingresso dalla cappella. Nel 1825-'35 è da segnalare un ampliamento dell'oratorio l'erezione dell'altare dedicato a S. Nicolao della Flüe. Il Patriziato di Rivera, nel 1872, dona all'oratorio la statua lignea di S. Rocco, opera dell'intagliatore milanese Francesco Angiolina. I restauri del 1906 - '08 ci hanno consegnato l'oratorio nelle forme attuali, caratterizzate sia all'interno che all'esterno da decorazioni in stile neogotico.

Dal libro Alto Vedeggio ieri e oggi