Parrocchia di Camignolo
Oratorio di Sant'Ambrogio

Su uno sperone di roccia, a sud di Camignolo, in zona Piazzeno, sorge una chiesetta antica, risalente al decimo secolo, attestata nel 1348. La costruzione sacra, unita alla chiesa di San Pietro di Camignolo, era inclusa nelle mura di un fortilizio (con depositi di armi, magazzini e locale di guardia) costruito dai Rusca e poi distrutto dagli Svizzeri all'inizio del Cinquecento. Monumento storico nazionale, l'Oratorio di San Ambrogio è stato più volte restaurato lungo i secoli. Grazie a ciò hanno potuto essere salvati i bellissimi dipinti contenuti al suo interno: la Maiestas Domini, con a lato due grandi angeli e la litania degli apostoli, curiosamente tredici, invece di dodici (probabilmente anche l’autore si è messo tra loro). A destra dell’altare, sulla parete, da ammirare l’affresco più antico, S. Ambrogio, vescovo di Milano, del tredicesimo secolo; a sinistra dell’altare è raffigurata la Madonna con il Bambino, del XVI secolo, con S. Antonio e Santa Caterina. Durante la terribile peste del Seicento, la chiesa venne trasformata in lazzaretto. Luogo di grande devozione fino a metà del secolo scorso, oggi vi si celebra la Messa solo qualche volta all’anno.

STORIA COSTRUTTIVA DELL’EDIFICIO
L’indagine archeologica effettuata nel 1977 ha permesso di definire la situazione originaria dell’edificio costruito tra IX e X secolo entro le mura della struttura fortificata i cui resti sono tuttora visibili.
Rispetto a ciò che si può osservare oggi, la piccola aula absidata presentava la sola entrata settentrionale e le tre monofore nella parete meridionale; il tetto ligneo era a capanna. Nel periodo romanico (X-XII sec.) vennero aggiunte l’entrata in facciata e le finestre nell’abside, mentre nel 1719 furono rialzate le pareti, rifatto il tetto in piode e modificata la facciata, innalzando il piccolo campanile a vela.

DECORAZIONE PITTORICA
All’interno dell’oratorio si possono ammirare affreschi appartenenti a diverse epoche. Al periodo tradoromanico (XIII sec.) risale il ciclo della Majestas Domini dipinto nell’abside: tre registri in cui la vivacità dei colori e l’espressività dei volti danno luogo a un tipico esempio di arte rustica romanica. Nel catino absidale troviamo il Cristo Pantocratore entro la mandorla e attorniato dai simboli dei quattro Evangelisti, nel registro centrale la teoria degli Apostoli accompagnati da un angelo (il personaggio dipinto sopra il vano di destra presenta delle ali), mentre nel registro inferiore un tendaggio decorativo.
Tra un Apostolo e l’altro si possono osservare delle tracce nere: infatti, un tempo, le future mamme che temevano per la vita del nascituro effettuavano il rito dell’Apostolare ponendo una candela di fianco a ogni Apostolo; quando l’ultima si spegneva, davano al bambino il nome del relativo Santo.
Una curiosa variante rispetto alla tradizione: due grandi arcangeli vestiti di bianco in luogo dell’Annunciazione presente solitamente ai lati dell’arco trionfale. L’altro affresco tardoromanico è quello raffigurante Sant’Ambrogio, sulla parete meridionale dell’oratorio: il Santo è rappresentato coi paramenti pontificali, incorniciato dalla porta di una città; probabilmente si è voluto rievocare il momento della presentazione del nuovo Vescovo alla città di Milano.
Sulla parete settentrionale troviamo l’affresco cinquecentesco raffigurante la Madonna del Latte tra i Santi Antonio Abate e Caterina d’Alessandria e il settecentesco San Rocco, strappato dal muro durante i restauri del 1919 e quindi spostato nella chiesa Parrocchiale, ora è stato riportato al suo luogo d’origine. Sulla facciata troviamo l’ormai sbiadito affresco settecentesco raffigurante l’apparizione di Sant’Ambrogio a cavallo durante la battaglia di Parabiago nel 1139.